15 anni fa il motore di ricerca introdusse i link nofollow per combattere lo spam, con il tempo si sono trasformati nel modo più semplice e immediato per contrassegnare i link pubblicitari.
Cosa sono i link nofolllow?
Sono collegamenti ipertestuali che hanno ricevuto un attributo in grado di comunicare a Google la volontà, del webmaster, di dar loro un valore in termini SEO.
E oggi?
A Settembre Google ha introdotto alcune novità per identificare i link
1) rel “sponsored” deve essere utilizzato per identificare il contenuto pubblicitario
2) rel “ugc” user generered content ovvero identifica i contenuti creati dagli utenti, ad esempio commenti
3) rel “nofollow” si utilizza quando si vuole collegare una pagina senza nessuna approvazione
diventa un suggerimento di ranking e, dal 2020, diventerà suggerimento a livello di indexing e di crawling
Questi attributi vengono considerati come suggerimenti da considerare o escludere durante la ricerca, Google infatti li utilizzerà per capire meglio come analizzare i link.
Si possono anche utilizzare in forma composta, ad esempio è possibile creare un rel “ugc sponsored” ovvero contenuti creati dall’utente e sponsorizzati
Ma cosa succede se si sbaglia a identificare l’attributo su un link?
In caso di errato uso degli attributi, ad esempio se un link ugc – o non pubblicitario – viene erroneamente segnalato con “sponsorizzato” viene considerato alla stregua dei link nofollow già esistenti.
differente e il caso dei link sponsored, unfatti un link sponsorizzato deve essere sempre ben identificato.
Questi nuovi attributi devono essere utilizzati per ottenere una migliore analisi da parte di Google ma, il motore di ricerca, ha tranquillizzato informando che i nofollow esistenti non dovranno essere modificati e continueranno a mantenere lo stesso valore.
Qui la guida Google