Ho parlato in un mio precedente articolo delle caratteristiche fondamentali del programmatic buying andando anche a sottolineare la differenza tra questo ed il Real Time Bidding (RTB). Ci ho tenuto a fare questa distinzione perché troppo frequentemente succede che i due termini siano usati come sinonimi quando in realtà hanno significati diversi.
Se il problema fosse solo questo direi però che le cose sarebbero sinceramente semplici da sistemare. Una volta definita la differenza sarebbe tutto chiaro. Qui invece viene fuori la questione più importante. Qual è ad oggi la cultura italiana sul tema? Nonostante infatti la statistiche ci dicano che la spesa totale attraverso piattaforme RTB sia in costante crescita è piuttosto evidente che la parte del leone la stiano facendo gli USA con circa il 60% del totale mondiale. Ed all’interno della fetta Europa Occidentale l’Italia rappresenta un valore minimale. Perché? Prima di tutto è noto che in generale la percentuale dedicata all’online sul totale del budget pubblicitario nel nostro paese è inferiore, anche se stiamo recuperando, conseguentemente in modo proporzionale il RTB sarà minore rispetto ad altri paesi. Ma la questione numerica è solo una e probabilmente non la più importante motivazione di questi risultati. Il fattore principe, a mio modo di vedere, sono elementi culturale: la scarsa preparazione dei nostri imprenditori sui temi online, la scarsa fiducia ad appoggiarsi a strutture consulenziali competenti ed in generale un ritardo nell’approccio alle innovazioni.
La dimensione ridotta delle aziende italiane, che per molti versi è stata la salvezza delle imprese, ha tra i suoi limiti infatti l’accentramento sull’imprenditore il quale, spesso, giustamente non ha le competenze necessarie per affrontare temi così complessi da solo e fatica ad affidarsi a soggetti esterni per la classica “ritrosia da consulente”. Il risultato di ciò è un ritardo complessivo del sistema italiano nell’approcciare temi come il real time bidding od il programmatic buying od altre innovazioni nell’ambito web, rallentando così anche le opportunità di far vedere al mondo quello che in realtà le nostre imprese sono in grado di fare, sia in termini di qualità del prodotto che di servizio al cliente. Sono fermamente convinto della superiorità dei nostri prodotti specialmente in alcuni settori. Dobbiamo riuscire, compito anche di noi consulenti attraverso la nostra capacità di formare gli imprenditori, a pareggiare le nostre capacità produttive con l’abilità di molti altri paesi a presentare e far conoscere i loro prodotti.
Nel nostro piccolo cerchiamo anche con questo blog di presentare i concetti in modo semplice con l’obiettivo di far incuriosire le persone che poi speriamo approfondiranno con noi od altri consulenti il tema.